28 Set 2024 2 minuti

L’Agricoltura del Futuro

Comunità e innovazione per la transizione ecologica

Per transizione ecologica si intende il passaggio da un sistema di produzione di tipo intensivo e poco sostenibile a uno incentrato sulla sostenibilità ambientale, sociale ed economica. Oggi, grazie a un’accresciuta consapevolezza riguardo le tematiche ambientali generata dalla crisi climatica, la transizione ecologica sta diventando sempre più centrale nei dibattiti politici e non solo. La speranza è quella di mettere in moto e portare avanti un processo di cambiamento in grado di rilanciare l’economia, mettendo però al centro la tutela dell’ambiente.
L’Agricoltura del Futuro

Questa nuova consapevolezza ha portato alla definizione di linee guida e normative ufficiali da parte dei governi, come il Piano nazionale per la Transizione Ecologica (PTE) del 2022. Tra gli obiettivi del PTE, molti hanno a che fare con l’agricoltura. Questa pratica coinvolge infatti alcune tra le risorse più importanti che l’ambiente ha da offrire: la terra, l’acqua e le piante. Il Piano di Transizione Ecologica tratta la promozione dell’agricoltura sostenibile, ma anche il contrasto al consumo di suolo e al dissesto idrogeologico e il miglioramento delle risorse idriche. Esistono due metodi di coltivazione che hanno una ricaduta positiva in tutti e tre gli ambiti di cui sopra: l’idroponica e l’acquaponica.

L’idroponica è una tecnica di coltivazione fuori suolo dove la terra viene sostituita da un substrato inerte, ad esempio l’acqua, nel quale vengono disciolte le sostanze nutritive necessarie al sostentamento delle piante. L’acquaponica unisce l’idroponica all’acquacoltura, andando a costruire un ambiente simbiotico tra animali e vegetali. In un sistema acquaponico l’acqua delle vasche per l’acquacoltura viene pompata in quelle idroponiche, in modo tale che le piante che vi si trovano possano filtrarla sottraendo diverse sostanze di scarto dei pesci, traendone contemporaneamente nutrimento. L’acqua così filtrata potrà quindi essere reimmessa nelle vasche per acquacoltura e riprendere il suo ciclo. Entrambe le tipologie di colture non necessitano di terreno fertile, per questo permettono un enorme risparmio di suolo e una grande riduzione del consumo d’acqua, senza contare la scomparsa della necessità di erbicidi e pesticidi.

Un impianto di questo tipo è stato avviato dall’associazione Kallipolis negli spazi di Cascina Falchera, a Torino. Qui sono stati costruiti degli impianti acquaponici con l’obiettivo di affidarli alla comunità locale. Al momento la serra è gestita dai volontari del territorio, affiancati da una figura esperta che si occupa degli aspetti più tecnici. Una testimonianza di come la transizione ecologica può e deve passare per il coinvolgimento della collettività.


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