28 Set 2024 3 minuti

La Torino di Giovanni Agnelli

La Torino di Giovanni Agnelli

Ricorre il ventennale della scomparsa di Giovanni Agnelli, figura di spicco non soltanto della scena industriale, ma anche della politica italiana. Leader indiscusso di una delle imprese più grandi ed importanti d’Italia, nella sua storia ha di fatto “motorizzato” l’Italia creando prodotti trasversali, da popolari per tutti i giorni come le utilitarie Fiat a macchine che sono diventate un mito come le Ferrari, e brand che si sono imposti a livello internazionale. Che cosa ci ha lasciato questo grande personaggio? La prima cosa è sicuramente un importante contributo allo sviluppo economico della città di Torino e dell’Italia intera. Ha creato un indotto di produttori di eccellenze che ancora oggi rappresentano il centro della ricerca e dello sviluppo di nuovi prodotti e soluzioni che si applicano non solo sul mercato dell’auto, ma anche in altri settori come quello aerospaziale che a Torino ha le sue eccellenze mondiali con Altec, Leonardo e Thales. Agnelli ha creato anche una rete di relazioni e contatti internazionali con i più importanti leader e capi di stato ed ha contribuito a valorizzare l’Italia dandole una credibilità a livello mondiale in un momento di grande sviluppo economico. Io ho conosciuto l’Avvocato personalmente e partecipato alla vita della famiglia, ma quelli che più mi hanno affascinato sono stati i momenti vissuti durante gli incontri del Consiglio per le Relazioni fra Italia e Stati Uniti, un’associazione bilaterale indipendente, privata, non profit, creata nel 1983 da Gianni Agnelli e David Rockefeller proprio per incentivare i rapporti economici ed industriali tra le imprese Italiane e quelle americane.

In quelle occasioni erano presenti istituzioni, capi di stato e di governo per esaminare in modo coordinato e costante le opportunità di business, agevolando gli aspetti burocratici: un’occasione in cui i partecipanti hanno tessuto una rete di relazioni che poi si sono consolidate nel tempo ed hanno portato dei benefici alle aziende del nostro territorio. Vivere questi momenti è stato per me importante ed un’esperienza che sono grato di aver vissuto. I suoi ricevimenti al Principe di Piemonte a Torino dove salutava tutti i partecipanti e chiedeva suggerimenti, dava consigli e stimolava interventi erano molto preziosi, cosi come la cura e raffinatezza dell’accoglienza dei suoi ospiti. Altri elementi del suo fascino, della sua leadership carismatica erano lo stile con cui parlava, si vestiva e le sue passioni come la vela, il calcio con la Juventus e la sua determinazione nell’intraprendere e sostenere progetti sfidanti, come la costruzione della nave Destriero insieme a Karim Aga Khan per stabilire il record – ancora imbattuto – della traversata atlantica, di cui ricordo con orgoglio il mio coinvolgimento come sponsor. Alle partite della Juventus lo vedevo sempre in tribuna d’onore con mio padre, grande amico di Giampiero Boniperti: Gianni Agnelli sapeva parlare di calcio e dava soprannomi straordinari ai fuoriclasse, come Pinturicchio per Del Piero o Le Roi a Platini, ma pur essendo grande tifoso oltre che azionista aveva un grande rispetto degli avversari e questo l’ho sempre preso come un grande esempio; nel calcio si vince e si perde, ma deve essere uno sport per tutti ed andare allo stadio deve rappresentare un piacere ed una esperienza e non una lotta. Il suo altro prezioso insegnamento è che, pur essendo un grande personaggio che ha fatto la storia d’Italia, ci ha lasciato e mi ha lasciato lo stimolo a pensare che si ottiene il successo con il pensiero positivo, la voglia di vincere, avendo una visione, la curiosità di capire cosa fanno le persone, sognare ed attorniarsi e frequentare persone vincenti.


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