21 Oct 2023 3 minutes

EN Il potere trasformativo della riga

EN Il potere trasformativo della riga

Da Pablo Picasso ad Andy Warhol, da Coco Chanel a Marilyn Monroe, da David Bowie a Madonna, sono moltissimi i ritratti in cui le celebrità vengono consegnate alla memoria dei posteri in una t- shirt a righe. Qual è il motivo del successo di questo capo iconico che non passa mai di moda?
La marinière, come si definisce tra gli addetti ai lavori, nasce come indumento da lavoro maschile, alla fine dell’Ottocento, tra i marinai francesi e i pescatori bretoni. È proprio grazie al genio di Madame Coco che questo indumento diventa uno strumento di rottura delle convenzioni sociali per le elegantissime signore parigine e uno dei primissimi abiti casual unisex. Da lì in poi, la maglia a righe compie un viaggio lunghissimo, attraverso le epoche storiche e le latitudini geografiche, arrivando molto lontano dal suo punto di partenza… fino a Kurt Cobain, che ne fa addirittura un simbolo del grunge nel mondo giovanile degli anni ‘90. Ciò che stupisce è la capacità di questo capo evergreen di rimanere coerente a se stesso, nonostante tutte le sue
interpretazioni.

Perché la riga è così attraente?

La riga è ipnotica. Lo sapevano bene gli artisti dell’Arte Cinetica che, negli anni ‘60 e ‘70 in tutta Europa, cercavano di confondere il pubblico sfidando la capacità percettiva di chi osservava le loro opere. Impossibilità di distogliere lo sguardo, falsa percezione di movimento, deformazione dell’immagine erano alcuni degli effetti che invitavano a guardare la realtà da punti di vista sempre nuovi, al grido di non fidarsi mai delle prime impressioni.

A noi questa idea piace, perché la riga è anche inclusiva. Soprattutto quella orizzontale che mantiene la sua dimensione spaziale e non rivela immediatamente, come quella verticale, la dimensione del corpo su cui si appoggia. Dire che le righe orizzontali allargano la figura significa alimentare un falso mito.

Infine la riga è sorprendente. Avete mai notato che alcuni oggetti possono essere percepiti come monocromatici ma, osservati più da vicino, rivelano invece una trama? Le righe, a seconda della frequenza o dello spessore con cui si avvicendano, possono dar luogo a questo fenomeno di sintesi percettiva, soprattutto se pensiamo all’abbinamento bianco/rosso o verde/blu. Insomma, ci invitano a guardare l’insieme, ma anche ad andare a fondo nelle cose.

 

and end – Au Petit Bonheur

Il nostro tributo alla riga è la “capsule collection” and end, uno strumento per promuovere la cultura al consumo critico, attenta all’impatto sociale e ambientale positivo che il settore della moda può generare lungo tutta la catena, dal processo di produzione fino al prodotto finale. È realizzata con filati green, grazie alla manodopera proveniente dalle sartorie sociali ed è stata presentata al WHITE Show di Milano durante l’ultima settimana della moda. Inoltre, questo progetto è stato vincitore del bando WONDER. Sperimentazioni nel design per l’innovazione sociale e ha offerto il pretesto per una campagna di comunicazione realizzata in collaborazione con lo studio di progettazione Bellissimo di Torino.
Designer ed enti del terzo settore sono stati gemellati da Fondazione Compagnia di San Paolo, Circolo del Design e Torino Social Impact nello sviluppo di progetti che utilizzino il design per innovare e rispondere ai bisogni sociali del territorio, cogliendo la sfida della transizione verde.
Abbracciare questa sfida ci ha permesso di condividere la nostra piccola rivoluzione con molte
altre persone!

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